Un po’ di storia…
L’origine di questa festa coincide con il tentativo della Chiesa cattolica di «cristianizzare» il rito pagano per la fertilità. Per gli antichi romani febbraio era il periodo in cui ci si preparava alla stagione della rinascita. A metà mese, fin dal quarto secolo a.C., iniziavano le celebrazioni dei Lupercali, per tenere i lupi lontano dai campi coltivati. I sacerdoti di questo ordine entravano nella grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo, e qui compivano sacrifici propiziatori. Contemporaneamente lungo le strade della città veniva sparso il sangue di alcuni animali. I nomi di uomini e donne che adoravano questo dio venivano inseriti in un’urna e poi mischiati; quindi un bambino estraeva i nomi di alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità, affinché il rito della fertilità fosse concluso.
I padri precursori della Chiesa, decisi a mettere fine a questa pratica licenziosa, vollero trovare un santo degli innamorati per sostituire l’immorale Lupercus. Nel 496 d.C. Papa Gelasio annullò la festa pagana decretando che venisse seguito il culto di San Valentino, scegliendo tale santo (Terni, 176 d.c. –
Roma, 14 febbraio 273) che divenne così il protettore dell’amore in tutto il mondo.
È considerato il patrono degli innamorati poiché la leggenda narra che egli fu il primo religioso che celebrò l’unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana.
Successivamente…
L’associazione con l’amore romantico è posteriore, anche se la questione sulla sua origine è controversa. Secondo una tra le tesi più accreditate, San Valentino sarebbe stata introdotta come festa degli innamorati grazie al circolo di Geoffrey Chaucer (1343 – 1400), che nel suo poema «Parlamento degli uccelli» associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia. In ogni caso in Francia e Inghilterra, nel Medioevo, si riteneva che a metà febbraio iniziasse l’accoppiamento degli uccelli: evento che si prestava a far consacrare il 14 febbraio come la festa degli innamorati.
Nei Paesi anglosassoni il tratto più caratteristico è lo scambio (risalente al XIX secolo) di «Valentine», bigliettini d’amore con le sagome dei simboli dell’amor romantico (cuori, colomba, Cupido). La più antica «Valentine» di cui si abbia traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans, allora detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415). Con il passare del tempo la tradizione dei biglietti amorosi divenne secondaria rispetto allo scambio di scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli.
Oggi nel mondo…
San Valentino si festeggia in divesri modi.
In Brasile, le persone che si amano festeggiano il 12 giugno, giorno che precede la festa di Sant'Antonio, patrono dei matrimoni. Qui le donne che non hanno ancora marito, durante il loro San Valentino, portano con sé una statuetta del santo, al quale affidano il loro desiderio di andare all'altare.
In Germania gli innamorati scrivono bigliettini e acquistano regali, in genere non troppo costosi, e fiori per il proprio partner.
In Olanda e in Inghilterra c’è chi spedisce biglietti non rivelando la propria identità.
In Giappone la tradizione prevede che siano le ragazze a regalare una scatola di cioccolatini ai ragazzi, anche se non sono necessariamente i loro fidanzati: vanno bene anche amici e colleghi di lavoro. E gli uomini che ricevono cioccolato a San Valentino devono ricambiare il dono ricevuto regalando cioccolato bianco un mese dopo San Valentino, cioè il 14 marzo, in occasione del White Day.
In Spagna invece in quel giorno vanno a ruba le rose rosse.
Negli Stati Uniti, San Valentino viene festeggiato da tutti:per gli americani, San Valentino non è solo la festa degli innamorati e delle coppie, ma è anche il giorno delle famiglie e dei legami di amicizia. Le persone si scambiano biglietti e piccole leccornie dolci; anche i bambini si scambiano biglietti raffiguranti gli eroi dei cartoni animati.
In Russia e in altri stati dell'Ex Urss a maggioranza ortodossa il San Valentino non viene festeggiato e soprattutto non viene accettato da molti governi che vietano questa ricorrenza in quanto non è presente nel calendario religioso.
E tu a quale tipologia appartieni?
Alle coppie che festeggiano nei modi classici, con cenette regali fiori e simili? Ai single che utilizzano questa festa per creare occasioni di uscite? A quelli che la odiano e si mettono davanti alla tv? A quelli che la amano ma vorrebbero festeggiarla in modo diverso?
Qualunque sia la tua versione preferita, sarebbe bello per tutti recuperare alcuni significati originari, scavalcando il vuoto sapore commerciale che ammanta sia gli oggetti sia le azioni che di solito roteano in questa giornata.
Due aspetti in particolare possono essere estrapolati e innovati alla luce di un qualcosa che sta ben al di fuori della superficialità, dell’abitudine commerciale, dell’assenza di significati, ed invece profondamente dentro al terreno della bellezza umana, delle relazioni sane, del senso della vita, di se stessi e dell’altro.
Partiamo dal primo concetto: quello di natura, di fertilità, e di preparazione alla rinascita (primavera). Nelle nostre giornate fatte di stress e materialismo, di obiettivi da raggiungere, di lavoro e famiglia da rincorrere, di alternanza tra doveri e ricerca di svago, manca quasi sempre un piccolo spazio in cui riconnetterci con la nostra calma interiore, con i nostri desideri, con la pace e con i profumi degli elementi della natura: un prato su cui camminare, la luce del sole dalla quale lasciarsi accarezzare in una passeggiata, qualche animaletto da ammirare all’aria aperta…noi uomini e donne siamo “pezzi” di natura, ma questa connessione non la coltiviamo quasi mai, perdendo così per strada parti importanti di noi, istinti sani, equilibri profondi.
Ecco il primo abbinamento : San Valentino e la natura.
La natura esterna, da vivere e godere, con il nostro partner o con chi amiamo: quel piccolo tempo che possiamo prenderci in questa giornata per “toccare” un po’ di cielo, un po’ di verde, un po’ di aria.
E la natura interna, sia personale che dell’altra persona, da coltivare e nutrire con la calma, con la vicinanza, con l’ascolto per una volta non frettoloso, con il piacere, da dare e da ricevere, per una volta più collegato alla profondità del nostro essere, con il costruire, e -se si è rotto qualcosa- il ri-costruire magari a partire da questo giorno, come fosse un “rito”, con un tempo da prendersi, in questa sera, seduti a tavola, potendosi raccontare con gli occhi e con le parole, per una volta non frettolose.
Un momento da prendersi anche come occasione di rinascita nella coppia, come punto di ripartenza, come chiusura di qualche piccolo “inverno” cha ha congelato e riapertura verso nuove sbocciature di germogli da curare e godere.
Il secondo aspetto collega ciò che era l’azione del rito pagano e ciò che è diventato nell’epoca moderna: il concetto di dono (seppur con finalità diverse). Dono di animali, dono di intimità, dono di regali.
Ecco il secondo abbinamento : San Valentino e il dono
Dono, meravigliosa azione umana. Ma noi quanto siamo ancora capaci di donare?
In una società come la nostra segnata da egoismo, individualismo, narcisismo, le relazioni che viviamo di persona, se non stiamo attenti -attenti anche a noi stessi- non si esimono da queste dinamiche.
Donare significa consegnare un bene nelle mani di un altro senza ricevere in cambio alcunché.
Significa dare non solo ciò che si ha, ma anche e soprattutto ciò che si è.
Questa giornata potrebbe essere l’occasione del donare e donarsi, come creatività, simbolo, esempio, spazio riservato a sé e all’altro, o agli altri, se non parliamo di coppia ma di bene e amore che può unire una famiglia, o degli amici, o un gruppo sportivo, o gli appartenenti ad un ente di volontariato, o qualunque altra realtà in cui si metta in gioco la propria umanità.
Donare attenzione. Donare qualcosa che non si dà mai. Donare tempo. Donarsi tempo. Donarsi attività leganti ed evolutive per la coppia. Donare il saper amare.
San Valentino può essere vissuta come un festa lontana dai riti consumistici fine a se stessi, e può invece essere riempita con tanti significati costruttivi, simbolici, può essere usata come promemoria per tutti gli altri giorni dell’anno, come quel tempo piacevole che si trova raramente, come quella dolcezza che spesso si dimentica, come quel ricordarsi di chi si ha, di chi non si ha più o di chi verrà, di chi nella nostra cerchia di amicizie è davvero importante, volendo declinare l’amore in tutte le sue forme.
Qui abbiamo voluto solo dare alcuni spunti di possibili significati belli con cui viversi questa giornata.
E tu che San Valentino vorresti? Sicuramente ognuno di noi può creare i suoi personali con cui arricchire questa giornata.
Buon San Valentino a tutti!