C’è un legame tra stress e memoria?
Al giorno d’oggi ognuno di noi sa cosa significa sentirsi sovraccarico di impegni a forza incastrati tra loro, e non fatica a definirsi stressato. Sempre più spesso inoltre molti disturbi, quando non trovano una spiegazione organica, vengono imputati allo stress.
Ma cosa si intende con “stress”?
Lo stress è la risposta sia fisica che psichica che l’individuo attiva in condizioni in cui si trovi ad affrontare uno squilibrio tra le richieste ambientali che riceve e le risorse che ha a disposizione per rispondere a tali richieste.
Che funzione ha la risposta di stress?
Lo stress ha una funzione adattiva; quando è di breve durata, infatti, serve all’individuo a mobilitare risorse aggiuntive e modalità di gestione della difficoltà in atto, per trovare una soluzione efficace.
Quando diventa nocivo?
Tuttavia se lo stress perdura per periodi lunghi o risulta eccessivamente intenso o ripetuto nel tempo, il nostro organismo rischia di esaurire le proprie risorse ed affaticarsi. Tutto ciò non avviene solamente a livello della sensazione soggettiva di affaticamento, ma a livello biologico. Lo stress infatti, attivando l’asse neuro-ormonale che sta alla base della regolazione della maggior parte delle funzioni essenziali per la sopravvivenza dell’individuo, influenza il sistema nervoso vegetativo e quello endocrino, che agiscono in sinergia per adattare l’organismo alle richieste ricevute, modificandone le reazioni.
E’ possibile che lo stress incida sulla memoria?
In realtà se ci basassimo sulle esperienze dirette di ciascuno di noi non faremmo fatica a riscontrare come nei periodi di forte stress la nostra memoria risulti indebolita. Tuttavia è solo grazie alla ricerca scientifica che si sta scoprendo come questa sensazione non debba essere sottovalutata: lo stress, infatti, è in grado di provocare delle modifiche nella struttura dei neuroni dell’ippocampo, una delle aree fondamentali per il funzionamento della memoria. Tali cambiamenti (morte della ramificazione dei neuroni e calo di dimensione dell’ippocampo) si sono rivelati reversibili, solamente per stress che non perdurino eccessivamente nel tempo. Lo stress infine risulterebbe anche alterare l’umore, causando depressione che già abbiamo visto essere un fattore di rischio per la perdita di memoria (vedi articoli precedenti). Non dobbiamo dimenticare che se il cervello è in grado di reagire velocemente in situazioni di pericolo,sia nell’uomo che nell’animale, tuttavia i processi tipici della mente umana richiedono ritmi di funzionamento molto meno frenetici di quanto gli richiediamo quotidianamente.
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